Una delle prime preoccupazioni dei romani, quando si stabilirono nelle nostre terre, fu quella di centurizzare il terreno, ai fini di creare una mappa catastale delle nuove colonie. In questo modo, attraverso una serie di coordinate tracciate sul terreno, si creavano delle suddivisioni chiamate, appunto, centurie. All’incrocio fra queste ultime e le strade di campagna o di traffico, essi mettevano dei “Limites”, rappresentanti simboli pagani. Di questi segni non ne sono rimasti probabilmente perché tolti dai cristiani verso la fine del 300 quando l’imperatore Teodosio proibì la religione pagana, propria appunto dei nostri villaggi agresti, e la chiesa milanese, per volere di S. Ambrogio, cercava di convertire le popolazioni rurali ancora attaccate alle antiche credenze. Si può pensare che, proprio in questo periodo, in seguito alla diffusione del cristianesimo, furono sostituiti i Limites con i nuovi luoghi di culto cristiani: da una serie di ricerche, infatti, risulterebbe che le chiese di S. Martino, S. Donato, Bagnolo e S. Stefano in Sorigherio, fossero state erette, per la posizione che occupavano, dove prima vi erano i “ Termini” romani.
Nel periodo delle occupazioni longobarde militi aretini furono assoldati da Grimoaldo, duca di Benevento, chiamato in aiuto da Gotoperto per scalzare l’autorità del fratello, Bertarido, a Milano. Il duca di Benevento, dopo aver concluso vittoriosamente le proprie campagne, seppe sfruttare a proprio favore le vittorie riportate e, ucciso di propria mano Gotoperto, si proclamò re del regno longobardo. Grimoaldo trattenne presso di sé i militi ed in premio cedette loro terre milanesi, ad uso arimannico, nella zona del lambro e di S.Donato. Convertitosi al cristianesimo, cambiò la sua politica aspramente anticattolica. Proprio in questo periodo i suoi soldati iniziarono a costruire chiesette, perlopiù dedicate a santi protettori dei guerrieri longobardi, nelle terre di loro proprietà (solitamente in prossimità di un cimitero). La chiesa di S. Donato (VII sec.) dedicata al vescovo di Arezzo, è una testimonianza della presenza di una colonia di militi aretini nel nostro territorio.
NOTIZIE FINO AL XII SEC.
Dall’ VIII al XII secolo la campagna intorno a Poasco, resterà essenzialmente frazionata fra le proprietà degli ex guerrieri longobardi, quelle dei feudatari laici e del clero. A partire dal IX secolo i fondi ecclesiastici si ampliarono notevolmente a scapito dei boschi e grazie alle donazioni fatte da ricchi privati a favore di chiese e monasteri: nel 1165 nel nostro territorio le proprietà del monastero di S. Maria d’Aurona di Bagnolo erano fra le più estese dei dintorni. Il monastero Maggiore possedeva le terre e i beni del Tecchione.
In questi anni la nostra era sicuramente una zona tranquilla nella quale ai campi coltivati si alternavano gli incolti, gli zerbi e parti ancora boschive. Una vasta area boschiva si estendeva verso occidente nel territorio di Madrenianum, oltre Sorigherio. Minuscoli villaggi e insediamenti più importanti circondavano Rovaniano,il luogo in cui, nel XII sec., sarebbe sorto il monastero di Chiaravalle. A sud-est si trovava Bagnolo; a meridione vi era Tecchione, allora chiamato Tazonum; verso occidente Poasco, Sorigherio e Madrenianum. Verso nord si trovavano Maconago, Nosedo e Vaiano. E’ facile dedurre che la popolazione che abitava il nostro piccolo centro urbano svolgeva una vita, semplice dedita all’agricoltura e alla pastorizia. Nella cartina topografica sotto riportata, è possibile vedere una ipotetica ricostruzione dei luoghi longobardi precedentemente accennati (IX – XI sec.).